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Perché fare sport. Raccontato in una favola dal Dott. Marco Zucchini, pediatra.

Perché fare sport. Raccontato in una favola dal Dott. Marco Zucchini, pediatra.

Bastaaa!     Qui devono cambiare molte cose!

La voce di Re Leone Carlo XXV rimbombò per tutta la savana facendo vibrare le orecchie di tutti gli animali accorsi  da ogni parte del globo,  isole comprese, alla riunione straordinaria autunnale.

“In questi ultimi anni sono sempre più preoccupato” – continuò con tono serio, “tutti i miei sudditi terrestri, cioè tutti voi, state diventando anno dopo anno  sempre più indolenti , più ansiosi, più depressi e in evidente sovrappeso… Occorre fare qualcosa subito!”

Un lungo borbottio, misto di sorpresa e mesta approvazione,  corse per tutta l’assemblea di animalandia.

“Ho saputo da fonti certe che, i bipedi umani, trovandosi in condizioni simili molto prima di noi, hanno ideato e sviluppato una loro autonoma attività che, come sapete, prende  nome di SPORT.  Lo sport serve a mantenersi in forma, prevenire/curare ansia depressione e obesità, mentre ci si diverte da matti”.

Un altro lungo mormorio  percorse, come una debole scarica elettrica tutta la savana, interrotto solo dalle ansimanti risate delle scimmie che si erano assiepate subito sotto la collinetta reale.

Re Leone Carlo XXV riprese a parlare appena finito lo scimmiesco asmatico schiamazzo

“Orbene, vi ho convocati per capire quale sport puo’ essere più indicato per risolvere i nostri problemi. Voglio che sia creativo, portatore di grandi valori di nobiltà e di etica, al quale tutti gli animali possano partecipare sentendosi liberi, sfruttando al meglio le proprie abilità innate e che, ovviamente, ci faccia divertire moltissimo. Avanti con le proposte, sono tutt’orecchi e criniera ! ”

Le prime a rispondere furono le giraffe:

“Noi lo sappiamo sire, uno sport perfetto per tutti è la pallavolo!”

“Nooo!” risposero gli ippopotami “siete troppo alte non vale, allora noi diciamo la pallanuoto!”

“E si buonanotte!” urlarono i ghepardi, “noi felini odiamo l’acqua, tanto vale darci all’atletica leggera con i 100 metri piani!”

“Buuuuh” gridarono i rinoceronti “noi vogliamo l’atletica pesante e il sollevamento pesi…”

A questo punto l’assemblea  esplose in  tumulto:  grida, urla e schiamazzi  si susseguivano senza tregua; tutti persero la calma e ogni gruppo di animali, cercava di tirare l’acqua al proprio mulino, proponendo gli sport più disparati:  i canguri che volevano fare il pugilato, le gazzelle gli 800 metri a ostacoli, i puma il salto in alto, gli scimpanzé il basket e infine le jene il calcio.

Insomma, ci volle ancora un ruggito di Re Leone Carlo XXV per sedare gli animi bollenti.

“Allora! Basta adesso” urlò con tono alquanto alterato “dobbiamo pensare a uno sport che vada bene a tutti noi, pieno di forza ma anche di intelligenza,  uno sport dove, prima di tutto, regni lo spirito di squadra e il rispetto per l’avversario e, come vi ho detto prima, che sia una attività sportiva che esalti l’essere vivente indipendentemente dalla sua struttura fisica e che lo faccia crescere anche da un punto di vista morale; uno sport dove ogni individuo sia un meccanismo perfetto di una macchina perfetta; ecco pensavo… Perché non proviamo ad organizzare il primo campionato del mondo animale di rugby?”

Gorgoglii di meraviglia si alzarono da tutta l’assemblea.

Ma certo lo sport con la palla ovale! Perchè non averci pensato prima.

“Scusi sire…” chiese una antilocapra “come pensava di distribuire i ruoli all’interno di ogni squadra che andremo a formare?  Tutti noi siamo troppo diversi gli uni dagli altri.”

“Beh…” rispose Re Leone Carlo XXV “ecco, in effetti, avevo già buttato giù un abbozzo di schema di come pensavo di organizzare ogni compagine… Allora vediamo: la prima linea della mischia pilone sinistro, il rinoceronte (n° 1); tallonatore la tigre (n° 2) e pilone destro l’ippopotamo (n°3), qui ci occorre tutta la forza possibile. La seconda linea viene formata dall’elefante (n°4) e la giraffa (n°5), per la loro potenza  e la loro altezza. Per la terza linea della mischia metterei  a sinistra la jena (n°6), così almeno ridiamo un pò,  al centro il bufalo africano (n°8) per la sua forza di  sfondamento e a destra la pantera nera una placcatrice nata (n°7). Per il ruolo di mediano di mischia, il regista di tutti gli avanti vedrei bene lo scimpanzé (n°9) proprio per l’abilità del suo gioco alla mano, mentre all’apertura il canguro (n°10); è vero ha mani piccole, però la potenza del suo calcio non ha rivali! Proseguendo con i ¾, al primo centro vedrei bene il licaone (n°12) ha resistenza e corsa da vendere, mentre al secondo centro la gazzella (n°13), sia in attacco che in difesa, ci assicura senza ombra di dubbio, un grande dinamismo. Le due ali sarebbero a sinistra il ghepardo (n°11), l’animale più veloce della terra e a destra l’antilope (n°14) che anche lei non scherza in quanto a velocità pura. Infine l’estremo, ruolo complesso di grande responsabilità; ecco qui ho avuto qualche dubbio, poi l’ho visto saltare in alto e ho pensato… Perfetto, il puma è assolutamente perfetto per bloccare in aria le palle alte, e poi è veloce, recupera in fretta la posizione e placca quasi come la pantera. A lui spetta allora il n°15.”

Urla di gioia seguirono a quanto detto da Re Leone Carlo XXV, tutti corsero a prepararsi, non senza aver prima proclamato il loro stesso Re come arbitro unico della manifestazione e in breve tempo le partite ebbero inizio.

“Un momento, scusate, dimenticavo la panchina! Il bradipo col n°16 e l’avvoltoio col il n°17 al quale fu anche impartito il compito di portatore d’acqua, visto che dall’alto, col suo secchio d’acqua poteva  spegnere, all’occorrenza, anche piccoli e fastidiosi fuochi apparsi proprio nel bel mezzo della savana.

Adesso è davvero tutto. Che il gioco del rugby abbia inizio e non finisca mai!”

 

Un racconto di Marco Zucchini

Fare sport aiuta a preveniente la maggior parte delle malattie degenerative e metaboliche, ci mantiene quindi più sani, più belli, più attivi e meno depressi. Lo sport attivo non solo deve essere visto come uno strumento per vivere meglio ma, deve far parte (strutturale e strutturante) della nostra stessa vita biologica, sempre e comunque, a qualsiasi età.

Dott. Marco Zucchini – Pediatria di Gruppo di Lugo (Ra).

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